
Gli obiettivi politici dell’assemblea riguardano la necessità di
un ingente investimento nel settore universitario e degli enti pubblici di
ricerca. Servono fondi per affrontare, anche con interventi mirati, le
molteplici questioni che da troppi anni affossano le università. In primo luogo
serve un investimento concreto in diritto allo studio per far si che tutti gli
idonei ottengano una borsa di studio e un posto alloggio, e per ampliare la no
tax area. L’università, in quanto servizio pubblico, deve essere gratuita e
accessibile a tutti e finanziata dalla fiscalità generale.
Un’università di qualità non può prescindere dall’affrontare
seriamente la questione del reclutamento nella sua complessità, definendo
risorse e strumenti normativi che permettano di invertire la tendenza
dell’ultimo decennio, caratterizzato da un numero di pensionamenti superiore
agli ingressi in ruolo e sostenuto soltanto dal continuo incremento dei
ricercatori con contratti a termine, dell'abuso dell'utilizzo dell'assegno di
ricerca e da un arcipelago di contratti parasubordinati.
Queste iniziative non possono essere scollegate dalla
ridefinizione dei criteri di distribuzione di fondi, ordinari e premiali, e dei
punti organico che oggi continuano a essere uno strumento per concentrare le
risorse negli atenei piu’ grandi e in quelli del centro/nord Italia, attuando
uno scellerato piano di impoverimento delle comunita’ accademiche del
meridione.
Vogliamo risorse, ma vogliamo riappropriarci anche del nostro
tempo di vita e di lavoro, oggi costantemente ricattato da contratti annuali,
che non permettono né di veder riconosciuto il lavoro svolto né di avere una
prospettiva di vita dignitosa. Per questo e’ necessario che il governo,
affianco alla previsione di nuovi investimenti per un piano straordinario di
reclutamento, avvii una ridefinizione dei contratti pre-ruolo.
Al fine del raggiungimento degli obiettivi l’Assemblea si dà
mandato ad organizzare nel periodo di ottobre fino alla fine della settimana di
novembre assemblee pubbliche aperte a tutte le componenti negli atenei del
Paese ove discutere le proposte emerse il 12 ottobre, elaborare eventuali
azioni vertenziali a livello locale, scrivere e presentare ordini del giorno di
sostegno alle proposte nazionali da presentare nei CDA e nei senati accademici,
proporre eventuali emendamenti alla Legge di Stabilità entro i tempi di
discussione all’interno delle Commissioni parlamentari competenti.
Parallelamente a questo percorso territoriale, i promotori
dell’Assemblea Nazionale trasmetteranno richiesta urgente di incontro con il
Ministro dell’Istruzione e altri interlocutori del governo per chiedere misure
urgenti e adeguate nella Legge di Stabilità, nonché impegni concreti normativi
al fine di garantire interventi risolutivi sulle controversie in atto in merito
al diritto allo studio, pre-ruolo e reclutamento.
L’Assemblea si impegna a organizzare una mobilitazione dislocata
sui territori e una mobilitazione nazionale a Roma nei giorni di discussione e
approvazione definitiva della Legge di Stabilità, al fine di ottenere risposte
dagli interlocutori politici e istituzionali.
L’Assemblea esprime la consapevolezza che il percorso per
perseguire i propri obiettivi non si fermerà a dicembre 2019 ma durerà tutto il
tempo necessario a ottenere finalmente le risposte dovute al sistema
universitario, fanalino di coda nell’agenda politica da ormai troppo tempo.
ADI - Associazione dottorandi e dottori di ricerca in Italia
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